Al viandante di oggi, Tovena si presenta, sin dal primo fugace incontro, con un fascino antico, ma è a coloro che decidono di avventurarsi per le sue strette viuzze che essa si svela completamente.
La piazza principale infatti mostra solo una parte delle bellezze del paese ed in particolare la Chiesa, costruita nel XVIII secolo, contenente un bellissimo battistero in legno del 1400, diverse opere di Egidio Dall’Oglio e le reliquie di Santa Ottilia.
I vicoli e le stradine che percorrono il paese offrono invece l’essenza di Tovena: molte vecchie case in pietra, abitazioni con edicolette o affreschi votivi raffiguranti la Vergine o i Santi, capitelli devozionali e meravigliosi scorci di natura incontaminata.
Un tempo, la piazza principale era il crocevia degli scambi commerciali fra le vallate del bellunese ed il trevigiano, oggi è un punto di ritrovo di tutti coloro che vogliono raggiungere il Passo San Boldo attraverso uno dei suoi panoramici sentieri piuttosto che in sella ad una mountain bike, percorrendo La Caldella.
Origine
La Comunità di Tovena ha una storia antica (compare infatti già nel diploma promulgato da Ottone I il 2 febbraio 962, con il quale lo stesso concedeva alla Diocesi di Ceneda, la curtis Tovene).
Il toponimo di Tovena troverebbe la sua remota origine nella particolare conformazione del terreno sul quale sorge il piccolo borgo. Probabilmente Tovena deriva infatti da toff che sta ad indicare un terreno duro e impenetrabile. Secondo alcuni però il termine potrebbe ricondursi invero al trentino tof, con il significato di solco di erosione, facendo riferimento alla stretta e impervia gola che sale fino al passo di San Boldo.
Il culto di Santa Ottilia tra storia e mito
La seconda domenica di novembre a Tovena si celebra la festa di Santa Ottilia, la taumaturga badessa di Hoenbourg. La profonda devozione della popolazione autoctona verso questa Santa ha origini remote e si spiega in parte con il fatto che presso la Chiesa si trovi conservata la reliquia del suo capo.
Sant’Ottilia, vissuta nell’VIII secolo, venne rifiutata dal padre perché cieca dalla nascita e rinchiusa nel monastero di Balma, dove riacquistò la vista nel momento in cui ricevette il battesimo. Da qui divenne poi badessa e visse santamente compiendo numerose opere straordinarie.
Oggi il corpo della santa è conservato presso il monastero di Mont Sainte Odile di Strasburgo, ed è effettivamente privo della testa. Le vicissitudini per le quali il capo della santa sia giunto a Tovena si perdono
nella leggenda. Si narra che esso sia stata portata nel paesello di Tovena da un pellegrino forestiero intorno alla metà del XIV secolo.
Proveniente da un imprecisato paese del Nord, egli sarebbe giunto stremato in paese dopo aver disceso il passo di San Boldo avrebbe affidato alla gente del luogo la sacra reliquia, per sparire poi senza lasciare traccia. Al tentativo degli abitanti di trasportare il capo in chiesa, esso non si lasciò muovere come se fosse inchiodato a terra.
I Tovenesi riuscirono nel loro intento solo dopo interminabili preghiere e numerose penitenze e processioni. Penitenze e processioni che si rinnovano simbolicamente ogni anno allorquando, in occasione della feste della Santa, la reliquia viene esposta per l’adorazione.